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Chip: foundries e capacità produttiva, qualche dato

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Secondo la società di ricerca TrendForce, le prime dieci fonderie mondiali hanno registrato un calo di fatturato nel 1° trimestre del 2024. Questa diminuzione è legata a diversi fattori: da un lato, il rallentamento delle applicazioni di consumo, dall’altro, il calo del settore automobilistico e dei settori industriali connessi a problemi di inflazione, conflitti geopolitici e carenze energetiche.

Le prime dieci foundries mondiali hanno quindi registrato un fatturato complessivo di 29,172 miliardi di dollari, segnando -4,3% rispetto al trimestre precedente.
TSMC ha visto il proprio fatturato diminuire a causa “del calo stagionale delle attività di stoccaggio dei prodotti di consumo”, in particolare degli smartphone.
La cinese SMIC ha invece realizzato un fatturato di 1,75 miliardi di dollari, ovvero +4,3% sequenziale nel 1° trimestre. Ha beneficiato in particolare della tendenza verso la produzione locale di circuiti integrati. Ha quindi superato UMC e GlobalFoundries in termini di entrate trimestrali.

A fronte di questo trend, che potrebbe prolungarsi, Semi, l’industria globale dei semiconduttori, annuncia che la capacità produttiva mondiale aumenterà del 6% quest’anno e del 7% nel 2025. L’anno prossimo verrà anzi raggiunta una capacità produttiva record pari a 33,7 milioni di wafer al mese (in 200 mm equivalenti).

L’intelligenza artificiale stimolerà inoltre la capacità di produzione avanzata per lo sviluppo di chip ad alte prestazioni e di dimensioni pari o inferiori a 5 nm.

Laura Baronchelli
Giornalista pubblicista con un esperienza di 25 anni nell'editoria tecnica specializzata. Capo redattore di Elettronica & Imprese (prima A&V Elettronica) per oltre 10 anni con esperienza giornalistica nei settori legati a elettronica, energia e illuminazione. Interesse per i temi legati alla transizione energetica e digitale. Esperienza di 25 anni come giornalist