Convertitori e componenti elettronici di Potenza: Dai Tiristori ai Dispositivi di Nuova Generazione

Convertitori e Componenti Elettronica di Potenza: Dai Tiristori ai Dispositivi di Nuova Generazione

I convertitori di potenza sono elementi essenziali nell’elettronica moderna, utilizzati per gestire e regolare la distribuzione e la trasformazione dell’energia elettrica. Nel corso degli anni, i convertitori elettronici di potenza si sono evoluti rapidamente, passando dai tradizionali tiristori e diodi di potenza fino ai più recenti dispositivi basati su materiali wide bandgap come il carburo di silicio (SiC) e il nitruro di gallio (GaN). In questo articolo, analizzeremo sia i componenti classici sia quelli di nuova generazione. Una panoramica sul loro funzionamento e impatto sulle prestazioni dei convertitori di potenza.

I Componenti Tradizionali dell’Elettronica di Potenza

I componenti tradizionali dell’elettronica di potenza, come tiristori, diodi e interruttori controllati (tipicamente BJT e MOSFET), sono la spina dorsale dei convertitori di potenza. Sebbene le tecnologie moderne abbiano introdotto nuovi materiali e dispositivi più avanzati, questi componenti rimangono comunque indispensabili. Nei paragrafi seguenti analizzeremo le caratteristiche principali di diversi dispositivi tradizionali, esplorando il loro funzionamento ed evoluzione.

Tiristori

I tiristori sono noti per la loro capacità di gestire grandi quantità di potenza e sono spesso utilizzati in applicazioni industriali ad alta tensione, come sistemi di alimentazione e azionamenti elettrici. Nello specifico, il tiristore è un dispositivo a semiconduttore che può essere posto in conduzione quando si trova in stato di blocco diretto. Una volta posto in conduzione, si comporterà in modo analogo ad un diodo. Questo significa che la corrente fluisce dall’anodo al catodo. In stato di apertura un tiristore può bloccare una tensione con polarità diretta (e non condurre).

Per innescare un tiristore, è necessario applicare al suo gate di attivazione un impulso positivo di corrente per un breve periodo. Invece, il suo spegnimento non dipende direttamente un segnale di comando. Potrà disinnescarsi e tornare in stato di blocco soltanto quando la sua corrente anodica tenderà ad un valore negativo. Quindi, in dipendenza del funzionamento del circuito nel quale è stato inserito (Es: quando l’onda sinusoidale lato AC assume valore negativo).

Nonostante esistono delle soluzioni più “moderne” ai tiristori, in alcune applicazioni prevedere un raddrizzatore a tiristori resta una soluzione valida. Specialmente quando bisogna gestire delle grandi potenze a costi inferiori rispetto ad altre soluzioni. Un esempio riguarda le applicazioni trifase con potenza elevata, nelle quali è necessario poter controllare il flusso di potenza in entrambe le direzioni (sia AC che DC).

Diodi di potenza

I diodi di potenza hanno il compito di rettificare la corrente alternata in corrente continua (AC/DC), minimizzando le perdite di potenza. Il loro funzionamento si basa su una giunzione p-n che consente il flusso di corrente in una sola direzione.

Tra i componenti di potenza, i raddrizzatori a diodi a frequenza di linea sono molto utilizzati nei sistemi a commutazione, per conversione AC/DC. Tuttavia in alcune applicazioni, come ad esempio negli azionamenti per motori in corrente continua alternata, è indispensabile che la tensione continua sia controllabile. La conversione da corrente alternata in continua controllata può essere realizzata tramite i convertitori a frequenza di linea con controllo di fase

Transistor BJT e IGBT

I transistor BJT, sebbene meno utilizzati oggi nei sistemi moderni, sono stati tra i primi componenti a fornire un controllo lineare della potenza. Un’altra evoluzione importante è stata l’introduzione degli IGBT (Insulated Gate Bipolar Transistor). Questi, combinano la capacità di commutazione rapida dei MOSFET con la gestione di alte correnti tipica dei transistor bipolari. Si tratta di dispositivi tutt’ora utilizzati in molte applicazioni, tra cui i sistemi di trazione elettrica e gli inverter fotovoltaici.

MOSFET di Potenza: Come Funzionano e Loro Applicazioni

I MOSFET di potenza (Metal-Oxide-Semiconductor Field-Effect Transistor) rappresentano un grande passo avanti rispetto ai transistor bipolari. Sono dei transistor a effetto di campo che usano un campo elettrico per controllare la forma e la conducibilità di un canale in un materiale semiconduttore e sono in grado di gestire alte tensioni e correnti.

Un aspetto interessante di questi dispositivi è il loro breve tempo di commutazione: generalmente compreso tra poche decine e poche centinaia di microsecondi. Questo li rende ideali per applicazioni ad alta frequenza, come i convertitori DC/DC e gli inverter per sistemi di alimentazione.

Esistono due tipi distinti di MOSFET:

  1. MOSFET n-channel. Un MOSFET n-channel ha tre terminali: drain (D), source (S) e gate (G). Quando una tensione positiva viene applicata al gate rispetto al source, superando la tensione di soglia (Vth) la corrente inizia a fluire dal drain al source,.
  2. MOSFET p-channel. Un MOSFET p-channel, invece, funziona con polarità opposte. Quindi la corrente fluisce dal source al drain quando viene applicata una tensione negativa al gate rispetto al source. Si accende quando la tensione del gate è inferiore di una certa soglia alla tensione del source.

Sebbene abbiano un’elevata capacità di commutazione, i MOSFET tradizionali in silicio presentano limitazioni per gestire alte tensioni. DI conseguenza, sono stati sviluppati dispositivi con nuovi materiali. Come ad esempio i MOSFET in carburo di silicio (SiC) e nitruro di gallio (GaN), basati su materiali wide bandgap, che hanno introdotto miglioramenti significativi rispetto ai MOSFET tradizionali.

Convertitori Elettronici di Potenza: Tipologie e Applicazioni

I convertitori elettronici di potenza svolgono un ruolo cruciale nella gestione dell’energia, permettendo di trasformare e regolare la tensione e la corrente in diverse applicazioni industriali e commerciali. La loro versatilità li rende essenziali in un’ampia gamma di settori, dalle energie rinnovabili ai sistemi di alimentazione portatili. Ma ne esistono diverse tipologie, ognuna adatta a specifiche applicazioni.

Fondamentalmente, i convertitori di potenza possono essere principalmente classificati in base alla forma o frequenza del segnale di ingresso e di uscita:

  1. Continua (con ampiezza costante o regolabile)
  2. Alternata (con frequenza costante ed ampiezza regolabile oppure con entrambe le componenti regolabili)

Oppure, facendo riferimento alla frequenza e tensione su ingresso e uscita, i convertitori possono essere utilizzati per molteplici trasformazioni:

  1. alternata-continua (ac-dc)
  2. continua-alternata (dc-ac)
  3. continua-continua (dc-dc)
  4. alternata-alternata (ac-dc)
Tensione AC/DC componenti elettronica di potenza alimentatori

La maggior parte delle applicazioni prevede che la potenza dall’ingresso fluisca verso l’uscita (sul carico). Ma non mancano i casi in cui avviene esattamente l’opposto, come ad esempio in un impianto fotovoltaico o in un sistema di frenatura a recupero di energia. Questo è il motivo per cui si continua ad affermare che tra tutti i dispositivi di trasformazione energetica, i convertitori di potenza sono quelli più importanti e versatili.

Con l’avvento dei dispositivi di potenza di nuova generazione, i convertitori di potenza stanno diventando sempre più piccoli, più efficienti ed intelligenti. Quindi si stanno superando i limiti delle configurazioni classiche, rendendo possibile nuove applicazioni come quella della ricarica bidirezionale.

Convertitori AC/DC e DC/AC: Funzionamento e Configurazioni

I convertitori AC/DC sono dispositivi fondamentali in moltissime applicazioni, come i caricabatterie e gli alimentatori per dispositivi elettronici. Questi convertitori utilizzano diodi di potenza e tiristori per trasformare la corrente alternata (AC) in corrente continua (DC), necessaria per alimentare la maggior parte delle apparecchiature elettroniche.

I convertitori DC/AC, comunemente noti come inverter, hanno l’obiettivo opposto: trasformare la corrente continua in corrente alternata. Questa tecnologia è ampiamente utilizzata nei sistemi di energia rinnovabile, come gli impianti fotovoltaici, dove l’energia raccolta dai pannelli solari (DC) deve essere convertita in AC per essere utilizzata nelle reti elettriche.

Buck-Boost e Altri Convertitori: Differenze e Applicazioni

I convertitori buck e boost sono due tra i più comuni tipi di convertitori DC/DC. Il convertitore buck riduce la tensione di ingresso, mentre il convertitore boost la aumenta. Entrambi sono impiegati in una vasta gamma di applicazioni, inclusi alimentatori per dispositivi portatili e veicoli elettrici.

Esistono anche convertitori buck-boost, che possono aumentare o ridurre la tensione a seconda delle esigenze dell’applicazione. Questa flessibilità rende questi convertitori particolarmente utili in situazioni in cui l’ingresso di tensione può variare notevolmente, come nei sistemi di gestione della batteria.

Componenti di Nuova Generazione: Il Futuro dell’Elettronica di Potenza

L’introduzione dei materiali wide bandgap (WBG), come il carburo di silicio (SiC) e il nitruro di gallio (GaN), ha portato a un’evoluzione significativa nei convertitori di potenza.

I vantaggi offerti dai materiali wide bandgap sono numerosi. I dispositivi SiC e GaN possono funzionare a temperature molto più elevate rispetto ai dispositivi al silicio, riducendo la necessità di sistemi di raffreddamento complessi. Un altro vantaggio chiave dei materiali WBG è la riduzione delle perdite di potenza, che consente di migliorare l’efficienza complessiva dei sistemi di conversione dell’energia. Questo è particolarmente importante in applicazioni per i veicoli elettrici, dove la minimizzazione delle perdite di potenza è essenziale per massimizzare l’autonomia del veicolo.

In riferimento ai MOSFET di potenza:

  1. Efficienza energetica:
    • I MOSFET in SiC e GaN presentano una resistenza di conduzione (Rds(on)) significativamente inferiore rispetto ai dispositivi al silicio, riducendo le perdite di potenza durante il funzionamento. Questo si traduce in un minor consumo energetico e in una migliore efficienza globale del sistema, particolarmente importante in applicazioni come inverter per fotovoltaico e veicoli elettrici.
  2. Commutazione più veloce:
    • I dispositivi in SiC e GaN possono operare a frequenze di commutazione molto più elevate rispetto ai MOSFET al silicio. Questo non solo aumenta la velocità complessiva del sistema, ma consente anche di ridurre le dimensioni dei componenti passivi, come induttori e condensatori, permettendo la realizzazione di sistemi più compatti e leggeri.
  3. Gestione delle alte temperature:
    • Una delle limitazioni dei MOSFET in silicio è la sensibilità alle alte temperature, che spesso richiede sistemi di raffreddamento complessi per evitare surriscaldamenti. Al contrario, i MOSFET in SiC e GaN sono in grado di operare a temperature molto più elevate senza degradare significativamente le prestazioni, riducendo così la necessità di dissipatori di calore e migliorando l’affidabilità complessiva.
  4. Tensione di rottura più elevata:
    • I MOSFET in SiC offrono una tensione di rottura molto più alta rispetto ai MOSFET al silicio, rendendoli ideali per applicazioni ad alta tensione, come i sistemi di trasmissione e distribuzione di energia elettrica. Il GaN, invece, è particolarmente adatto per applicazioni ad alta frequenza e a bassa tensione, come i convertitori DC/DC e i caricabatterie veloci.
  5. Costi e sfide di implementazione:
    • Nonostante i numerosi vantaggi, i MOSFET in SiC e GaN presentano ancora sfide legate ai costi di produzione più elevati rispetto ai dispositivi al silicio. Inoltre, la tecnologia di fabbricazione e l’integrazione nei sistemi esistenti richiedono ulteriori sviluppi per diventare completamente competitivi nel mercato di massa. Tuttavia, con la crescente domanda di sistemi più efficienti e compatti, i costi sono in diminuzione, rendendo questi dispositivi sempre più accessibili.

In sintesi, mentre i MOSFET tradizionali restano una soluzione valida per molte applicazioni, i MOSFET in SiC e GaN offrono prestazioni superiori in termini di efficienza, velocità e gestione termica, rendendoli ideali per applicazioni all’avanguardia nel campo dell’elettronica di potenza.

Conclusione

L’evoluzione dell’elettronica di potenza, dai componenti tradizionali come tiristori e diodi ai più recenti dispositivi basati su SiC e GaN, ha trasformato il modo in cui gestiamo e utilizziamo l’energia elettrica. I materiali wide bandgap rappresentano il futuro dell’elettronica di potenza, offrendo prestazioni superiori in termini di efficienza, affidabilità e compattezza. I convertitori di potenza continueranno a giocare un ruolo centrale in numerose applicazioni, dall’energia rinnovabile ai veicoli elettrici, e i dispositivi di nuova generazione saranno al centro di questa trasformazione.

Ivan Scordato
progettista elettrico e appassionato di nuove tecnologie. Scrive articoli di approfondimento tecnico e conosce anche tecniche SEO per la scrittura su web.