Ormai è una realtà consolidata: molte strade del mondo sono caratterizzate dalla presenza massiccia di stazioni e di colonnine di ricarica elettrica per gli autoveicoli. Esse stanno, a poco a poco, soppiantando le stazioni di servizio per il rifornimento di carburante.
A livello ambientale tale trasformazione non può che comportare enormi vantaggi per il pianeta, ma ancora oggi molte compagnie petrolifere mostrano qualche tentennamento, ovviamente per motivi economici e commerciali. Affrontiamo, in questo articolo, una panoramica generale su tale argomento approfondendo, poi , gli aspetti tecnici, legislativi e di sicurezza.
- Introduzione
- Soluzioni principali per ricaricare la batteria di un veicolo elettrico
- Alcune norme
- Il design di una stazione di ricarica elettrica
- Come raggiungere risultati ottimali
- Le Wallbox domestiche
Introduzione
Un “punto di ricarica” è un singolo sistema adibito alla fornitura di combustibile alternativo o di elettricità fruibile da tutti gli utenti (vedi schema a blocchi generico in figura 1). La “stazione di ricarica” è l’infrastruttura che contiene uno o più punti di ricarica.
Attualmente vi sono diverse tipologie di potenza erogata:
- potenza standard o normale, con una potenza minore o uguale a 22 kW;
- potenza elevata, con una potenza
superiore a 22 kW;
- tipologia veloce, con potenza compresa tra 22 kW e 50 kW;
- tipologia ultra-veloce, con potenza superiore a 50 kW.
La mobilità elettrica è la priorità del mercato e della tecnologia. La possibilità di percorrere migliaia di chilometri su strada è un’esigenza da sempre sentita dai guidatori. Se poi viene preservato l’ambiente e il portafogli, non dimenticando che anche il tempo è denaro, chi ne giova è l’intera comunità.
L’elettrificazione, dunque, sta sconvolgendo il mondo della mobilità in maniera radicale. La “Smart Mobility” è ormai una realtà tangibile su cui puntano le aziende di qualsiasi livello.
Le soluzioni di ricarica sono ormai intelligenti e riescono a soddisfare, praticamente, qualsiasi esigenza. Il trend delle infrastrutture di ricarica in Italia segue, più o meno, quello del mercato globale e mondiale. Le infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici in Italia sono in continua crescita, come si può osservare in figura 2. La continua diffusione delle auto elettriche sta modificando il mercato finale con una nuova tipologia di consumatori e di offerta. Si evidenzia una costante e continua ascesa, grazie anche agli enormi passi in avanti compiuti dalla tecnologia per quanto riguarda le nuove componentistiche elettroniche. Anche la domanda del mercato è determinante in tal senso.
Quello delle colonnine di ricarica costituirà, sicuramente, un nuovo modello di business da tenere sott’occhio.
Guardando assieme la tecnologia e il mercato da un altro punto di vista, in costante aumento risultano soprattutto le stazioni di ricarica veloci. Esse stanno riscuotendo grande successo per la loro ovvia usabilità e comodità, grazie anche alle nuove componentistiche e, soprattutto, alle batterie di nuova concezione, con i quali è possibile effettuare ricariche complete in poco tempo.
A ogni modo, la ricerca non si è fermata e periodicamente vengono compiuti grandi passi in avanti.
Alcuni punti su cui le aziende stanno facendo sforzi riguardano la semplicità e il tempo della ricarica. Oggi la vita corre frenetica e un’operazione di carica facile e veloce deve essere posta in primo piano (vedi figura 3).
L’energia verde è, dunque, il modello attuale che le aziende e le compagnie stanno seriamente considerando per il prossimo futuro. In tutto il mondo esistono già migliaia di stazioni di ricarica, pronte e a disposizione degli utenti. Esistono anche molte APP e siti per la ricerca rapida di tali strutture, che consentono di rintracciare velocemente la colonnina in servizio più vicina. Le più importanti sono compatibili con i maggiori servizi su Internet e attraverso appositi filtri è possibile trovare istantaneamente l’infrastruttura più idonea e vicina.
In Rete vi sono centinaia di siti che mostrano una mappa interattiva per il rintracciamento delle colonnine e delle stazioni di ricarica. Le informazioni fornite sono estremamente dettagliate e le schede tecniche di ogni stazione di ricarica forniscono i dati essenziali per qualsiasi automobile elettrica, per un rapido riferimento. Inoltre è possibile prepara e pianificare il proprio viaggio identificando in anticipo le aree di ricarica del percorso, in modo da non farsi cogliere impreparati nel caso la batteria del proprio veicolo abbia bisogno “di uno spuntino”. Inoltre si hanno le garanzie di avvalersi di infrastrutture certificate e affidabili in modo da non incorrere in spiacevoli esperienze e problematiche di sorta.
Queste applicazioni sono gratuite e accessibili da chiunque. La registrazione è libera e permette la consultazione di tutte le stazioni di ricarica disseminate per il mondo. Inoltre i database risultano costantemente aggiornati. Ormai l’erogazione di energia elettrica sulle strade costituisce il presente ed è una realtà alla portata di tutti.
Soluzioni principali per la ricarica della batteria di un veicolo elettrico
Grandi sforzi sono compiuti dalle aziende di progettazione, al fine di ottimizzare l’efficienza della ricarica. L’energia non si deve sprecare e gettare ed è di estrema importanza sfruttarla interamente, senza perdite di commutazione (figura 4). Sin dalle prime fasi, i progetti devono risultare ben funzionali, sotto questo punto di vista.
Oggi le soluzioni per la ricarica delle batterie in un veicolo elettrico sono molteplici ma si basano sulla medesima metodologia, ossia quella della trasformazione dell’energia elettrica.
Le potenze in gioco, in questo caso, sono importanti. L’erogazione di “benzina elettrica” dell’ordine dei kiloWatt e dei megaWatt deve essere studiata attentamente e anche la perdita di un solo Watt, per una progettazione non eseguita ai massimi livelli, comporta enormi danni, a lungo termine e per l’intero sistema.
I sistemi di conversioni sono costituiti da componenti elettronici che fungono da elementi attivi di potenza come ad esempio, Mosfet, IGBT e Power transistor ma oggi, più che mai, da Mosfet SiC e GaN che, grazie alla loro bassa RdsON riescono a convertire a trasformare le tensioni elettriche con la massima efficienza e con la minore dissipazione di calore. I circuiti devono essere poi, filtrati da ottimi componenti per scongiurare disturbi a bassa e alta frequenza. Per queste tipologie di applicazioni occorrono componenti elettronici della massima qualità, poiché operano a potenze molto elevate (vedi figura 5).
La SPECIAL-IND, ad esempio, si occupa del settore da molti anni e garantisce tale requisito essenziale ai propri utenti. Correnti da 500 o 1000 Ampere sono del tutto normali in una multi colonnina per la ricarica. Per questo motivo, anche i diodi raddrizzatori devono operare a velocità molto alte. Per raggiungere certe potenze viene impiegata anche la rete trifase a 380 V, pertanto i vari elementi devono essere opportunamente dimensionati.
Una stazione di ricarica prevede, dal punto di vista elettrico, diversi moduli, quali filtri, rettificatori, elementi di commutazione di potenza, convertitori DC/AC e AC/DC, ecc. Ogni modulo deve essere progettato con estrema cura in modo da risultare privo di interferenze e da segnali indesiderati emessi che potrebbero arrecare disturbo alle apparecchiature circostanti, nonché causare perdite circuitali di potenza. I
metodi per ricaricare le batterie delle auto elettriche sono molteplici. La più grande sfida è rappresentata dall’autonomia di viaggio totale prima che l’accumulatore necessiti di nuova carica. Studi odierni hanno confermato percorrenze continue di più di 1000 Km in situazioni ottimali e sperimentali ma i risultati migliorano sempre più. A livello pratico, attualmente il mercato promette autonomie di circa la metà, penalizzando i viaggi a lunga percorrenza.
Le batterie agli ioni di litio sono le più promettenti per quanto riguarda il rapporto prestazioni/peso. La ricarica impulsiva, sperimentata da pochi anni, ha migliorato le prestazioni del sistema elettrico, migliorando l’efficienza delle batterie, rispetto ai metodi tradizionali di ricarica. Per ricaricare le batterie in modo ottimale, non basta fornire corrente continua o impulsiva al carico. E’ necessario, altresì, seguire algoritmi ben precisi affinché vengano rispettati canoni variabili di diversi parametri. A tutt’oggi vi sono studi a riguardo che puntano all’ottimizzazione dell’efficienza del sistema regolando, anche finemente, diversi valori e criteri di erogazione dell’energia.
Tali punti saranno poi esaminati e approfonditi nel proseguo dell’articolo.
Alcune norme per i sistemi di ricarica
L’importanza dell’argomento impone una legislazione ferrea a livello italiano e, soprattutto, a livello europeo. Sono molte le leggi, decreti e regolamentazioni che dettano, in maniera netta e sicura, le direttive da seguire per la produzione e l’utilizzo delle colonnine di ricarica.
Molte di queste norme riguardano la sicurezza e l’emissione.
Dal momento che la maggior parte delle infrastrutture è pubblica, occorre una precisa disciplina in materia cercando, però, di abbassare drasticamente il livello di burocrazia.
Dal punto di vista edilizio i nuovi edifici sopra i 500 metri quadri devono essere predisposti per l’allaccio di infrastrutture elettriche per la ricarica dei veicoli. Senza di esso il permesso di costruzione non potrà essere rilasciato. Le infrastrutture devono consentire la ricarica di una vettura per ogni parcheggio dell’immobile.
La norma è prevista dal D.P.R. 380/2001 (art. 4) con la quale si attua la direttiva europea 2014/94/UE. I punti a potenza standard comprendono i sistemi di ricarica in corrente alternata (AC-Modo 3 CEI EN 61851) e i sistemi di ricarica in corrente continua fino a 22 kW (DC-Modo 4 CEI EN 61851). I punti a potenza elevata comprendono i sistemi di ricarica in corrente continua di potenza superiore a 22 kW (DC-Modo 4 CEI EN 61851).
Il design di una stazione di ricarica elettrica
Nelle città e sulle strade si vedono, ogni giorno, un numero sempre crescente di colonnine per la ricarica elettrica. Esse fanno parte, ormai, della vita quotidiana della mobilità e la loro diffusione sarà sempre più massiccia.
Con molta probabilità “la prossima automobile” di un acquirente sarà elettrica ed è giusto che egli conosca a fondo tale argomentazione. L’elettrificazione e l’approvvigionamento dei veicoli non riguarda solo le automobili ma anche camion, furgoni, articolati per arrivare ai mezzi di tragitto più ridotto, come i monopattini, gli scooter e i ciclomotori.
Oggi il mercato prevede due figure principali, a livello commerciale: quelle che vendono energia elettrica e si occupano di distribuirla il più capillarmente possibile e quelle che studiano i metodi per effettuare la trasformazione, con la più alta efficienza possibile.
Si tratta di due mondi opposti ma complementari, la cui coesistenza è necessaria per entrambi. Una stazione di ricarica elettrica e, più dettagliatamente una colonnina elettrica, è costruita da diverse componenti, molte dei quali operano “dietro le quinte” e non sono visibili ai rispettivi utilizzatori. Anzi, la maggior parte del lavoro svolto avviene proprio all’interno dei dispositivi elettronici di potenza, dove avviene la trasformazione e il controllo dell’energia.
Ecco, a grandi linee, i principali elementi che compongono una colonnina di erogazione. Dal punto di vista della commutazione, esse utilizzano componenti di potenza sempre più sofisticati ed efficienti. Lo scopo primario della ricerca è, infatti, quello della velocità di accensione e spegnimento (ON-OFF) e della efficienza, che si traduce in una bassissima impedenza del canale di transito della corrente.
A grandi linee i seguenti componenti attivi sono utilizzati per tale compito:
- IGBT;
- MOSFET;
- SiC;
- GaN.
Essi sono affiancati da componenti passivi di potenza come, ad esempio, resistenze, condensatori e sistemi di raffreddamento. Inoltre un sistema di relè (meccanici o elettronici) governano il flusso di direzione delle attività delle forniture.
Particolare attenzione rivestono i sistemi di sicurezza riguardo i cablaggi e le connessioni. Si tratta, infatti, di dispositivi soggetti perennemente alle temperature esterne e utilizzati continuamente da tutte le tipologie di utenza. Sicurezza e robustezza, dunque, devono essere poste in primo piano. I collegamenti elettrici, i cavi di ricarica, le varie spine e prese di connessione, i connettori dei PCB e le guaine di protezione devono risultare di primissima qualità (vedi in figura 6).
Tutte le componentistiche devono essere certificate a norma, seguendo diversi criteri di valutazione.
Dal momento che i circuiti utilizzano massivamente correnti e tensioni pulsanti e alternate, è inevitabile la generazione di interferenze, rumori, onde elettromagnetiche e altri disturbi che possono causare fastidi alla rete elettrica, oltre che abbassare l’efficienza dell’intero sistema. Le soluzioni, dunque, devono prevedere metodi di filtraggio al fine di garantire un segnale pulito e affetto, il meno possibile, da sovrapposizioni indesiderate.
Particolare importanza rivestono, ovviamente, anche le interfacce utente, con cui la colonnina comunica le proprie informazioni all’utenza e dalla quale ricevono comandi e operazioni da svolgere (vedi figura 7).
I sistemi di conversazione sono, attualmente, quelli più utilizzati nelle applicazioni generiche: display LCD e TFT ad ampio raggio di osservazione, tastiere capacitive e resistive a prova di vandalo e messaggistica vocale sono i metodi più utilizzati a livello d’interfaccia utente. I display a colori possono mostrare contenuti multimediali e informazioni varie sul funzionamento delle colonnine.
Come raggiungere risultati ottimali
La massima efficienza di una colonna di erogazione non dipende da un unico fattore. Al contrario, i migliori risultati si raggiungono con una somma di elementi, attentamente studiati e pianificati, sia dal punto di vista elettrico, elettronico, meccanico e fisico.
Le aziende di tutto il mondo sono alla continua ricerca di metodologie e materiali che possano sfruttare al meglio le caratteristiche dei circuiti, al fine di minimizzare le perdite e di ottenere le massime prestazioni.
Se la quantità di energia lo permette, una colonnina dovrebbe prevedere due o più prese per la ricarica simultanea dei veicoli. Inoltre una semplice configurazione da Smartphone permette all’utente di scegliere comodamente la tipologia di rifornimento, in maniera autonoma ed estremamente semplice, via web o tramite un’App.
La dislocazione di milioni di colonnine in tutta la ragnatela italiana (ed europea) è uno dei grossi obiettivi da raggiungere (vedi figura 8). La possibilità, infatti, di ricaricare la batteria ovunque è di grande comodità ed evita di rimanere “senza benzina”.
La facilità d’uso delle colonnine è al centro dello studio. Molto presto si potrà effettuare il processo di ricarica di un’automobile alla stessa stregua di un telefonino, con la speranza di sostenere, nel tempo, costi sempre più ridotti. Al momento, infatti, l’utenza vede tale procedura come un ostacolo, ma si sa, le novità fanno sempre un po’ paura.
Figura 8: la rete di stazioni e di colonnine per la ricarica sarà sempre più fitta e fornita
Parecchi passi avanti si stanno facendo per sviluppare al meglio le stazioni di ricarica ultra-veloci.
Si punta, sempre più, a delle procedure che durino pochi minuti, per viaggi senza alcun tipo di inconveniente. La velocità di ricarica è prerogativa non solo della potenza del convertitore ma anche della tipologia dei cavi utilizzati.
Tutte le colonnine, almeno quelle dislocate in Europa, dovrebbero seguire gli stessi standard con le medesime connessioni elettriche. Si sta assistendo, come si vede, al graduale aumento dei consumi elettrici e le auto ad alimentazione elettrica costituiscono una realtà ben consolidata rappresentando, assieme alle infrastrutture di erogazione dell’energia, un‘interessante opportunità imprenditoriale.
Le Wallbox domestiche
Attualmente si sente tanto parlare di Wallbox domestiche. Si tratta di dispositivi che, in modo molto semplice, permettono di effettuare la ricarica di energia al fine di garantire, in maniera autonoma e comoda, una autonomia e appoggiare, a livello capillare, una tecnologia sempre più verde e pulita. Nei prossimi 5-10 anni le Wallbox (assieme alle colonnine di ricarica) saranno sempre più diffuse e permetteranno alle nostre auto elettriche di viaggiare in completa autonomia, senza più il pericolo di restare privi di energia.
Le Wallbox, letteralmente “scatole a muro”, consentono di ricaricare le batterie delle auto elettriche comodamente in casa, senza la necessità di recarsi fisicamente presso le infrastrutture dedicate a tale compito. Sono caratterizzate da dimensioni estremamente ridotte e vanno installate a muro. L’energia elettrica è prelevata da una normale presa elettrica di corrente che, ovviamente, deve garantire il corretto passaggio di una quantità di corrente importante in tutta sicurezza.
Occorre, pertanto, rispettare alcune direttive che regolano, per esempio, la sezione dei cavi, l’uso del magnetotermico, l’utilizzo di prese a norma, e altre. Special-Ind considera la mobilità elettrica come normalità di vita e offre ai progettisti e aziende soluzioni verticali e complete per realizzare le Wallbox, garantendo il massimo della velocità di ricarica con il minor consumo possibile. Come si evince dalla figura 9, la Wallbox domestica è un’unità estremamente comoda e provvede alla ricarica della autovettura nella propria abitazione.
Essa è composta, internamente ed esternamente, dai seguenti componenti:
- dispositivi di potenza, che effettuano una trasformazione di energia. Questi possono essere Mosfet, IGBT, e SiC e sovrintendono al processo di conversione della corrente, utilizzando le tecniche switching. Grazie al loro utilizzo l’efficienza raggiunta dal sistema può risultare molto alta;
- componenti passivi: sebbene i componenti passivi sembrino non influenzare la qualità di un sistema, in realtà essi ricoprono un ruolo estremamente importante. Condensatori, resistenze e dissipatori costituiscono elementi che, pur risultando passivi influenzano, e di tanto, le performance dei sistemi di conversione;
- interfacce utente: non basta solo che una Wallbox risulti di ottima qualità dal punto di vista della potenza. E’ necessario, altresì, che essa riesca a colloquiare con l’utente in maniera semplice, diretta e con il minimo sforzo. Display TFT o LCD, interfacce touschscreen e sistemi di pulsanti devono coprire un ruolo basilare, basato sulla sicurezza e sulla robustezza. Lo schermo dovrebbe essere caratterizzato da un ampio angolo di visualizzazione e un sistema ottico di prima qualità. La relativa resistenza meccanica, poi, ne assicura gli utilizzi anche in ambienti più estremi;
- filtri e induttori: un sistema di filtraggio è obbligatorio e indispensabile in tutti i sistemi di erogazione di energia, di ricarica e di conversione, al fine di eliminare disturbi e interferenze causati dal funzionamento intrinseco dei dispositivi di conversione.
Le Wallbox possono essere controllate e gestite anche da smartphone o PC, con il quale è possibile anche controllare lo stato dei processi di ricarica, amministrare gli accessi e i permessi degli utenti e molte altre operazioni. La Wallbox permette di fornire la giusta corrente di ricarica al veicolo elettrico che, in ogni caso, ha già a bordo un sistema di ricarica. La parte più “pesante” dell’elettronica di potenza si trova, quindi, sotto il cofano della vettura. La Special-Ind ha previsto per tempo la richiesta del mercato elettronico di potenza per poter accedere alle migliori tecnologie e soluzioni, al fine di realizzare un prodotto finito funzionale ed economicamente sostenibile, nel rispetto delle tempistiche fino a ora impensabili nel mondo delle infrastrutture. Grazie alla grande esperienza sul campo, i progettisti sono agevolati ad anticipare molti vincoli produttivi e i responsabili di produzione ad approvvigionarsi in modo efficace ed efficiente. In futuro il punto di ricarica principale sarà ubicato proprio nella propria abitazione. Durante la sosta in garage esse potranno essere ricaricate con assoluta tranquillità e comodità. Basteranno poche ore di erogazione di energia durante la notte per poter avere la certezza di ripartire con la batteria in piena efficienza. L’importante è non fare scaricare completamente gli accumulatori poiché, in questo caso, sorgono problematiche di altra natura. Le limitate ricariche parziali sono sempre da preferire, con le nuove batterie al litio. Il processo di ricarica non risulta esageratamente pesante per il contatore di casa, che non deve essere sostituito con uno più potente e un contratto di erogazione di diversa tipologia, e può essere assimilato a un normale utilizzo di un forno elettrico o a un uso di uno scaldabagno. Non è nemmeno necessaria alcuna autorizzazione da parte del gestore.
Come avviene praticamente una ricarica presso una colonnina?
Si tratta dell’operazione più facile al mondo, più semplice ancora di fare rifornimento con la tradizionale pompa di benzina. Gli utenti credono, erroneamente, che tale incombenza risulti problematica e non per tutti i fruitori. E’, invece, di una operazione estremamente agevole, elementare e, a volte, molto veloce. Essa può essere eseguita presso una colonnina presente in una infrastruttura pubblica o privata o in casa, nel caso di utilizzo di una Wallbox. Chi possiede un’auto elettrica cambia un po’, in effetti, il proprio modo di pensare e di agire. Il nuovo modello di guidatore, infatti, deve conoscere la dislocazione e l’ubicazione di punti di rifornimento elettrico, specialmente se egli si trova in viaggio. Internet è molto d’aiuto e risulta estremamente semplice eseguire una ricerca delle mappe che visualizzano tutte le strutture che effettuano il rifornimento. Il computer e gli smartphone sono estremamente utili per tale scopo poiché oltre a gestire la parte logistica dell’operazione calcolano anche i costi, la quantità di energia erogata e i tempi previsti per completarla completamente. Una ricarica completa a 3.7 kW richiede mediamente circa 6 ore di tempo, ma solitamente è possibile eseguire limitate ricariche parziali di 1 ora per rimettere in sesto la batteria. Come si vede in figura 10, vi sono quattro modalità di ricarica, regolati da apposite normative e tutte con la primaria osservanza di tutti i requisiti di sicurezza. La norma IEC 61851-1 definisce quattro modalità differenti di ricarica.
- Modo 1: in Italia non è consentita per le automobili, ma solo per le bici e gli scooter. Il veicolo, in questa modalità, è collegato direttamente alle normali prese di corrente solo nelle aree private. L’alimentazione è monofase;
- Modo 2: sulla linea di alimentazione è presente il Control Box, che ha lo scopo di implementare un sistema di sicurezza durante il processo di ricarica. E’ utilizzato nelle prese domestiche e quelle industriali. In Italia è consentita solo per la ricarica privata e non può essere effettuata nelle aree pubbliche;
- Modo 3: essa opera negli ambienti pubblici. E’ presente anche la Control Box all’interno della struttura di ricarica. In Italia è l’unico modo per caricare l’auto in ambienti pubblici in AC. Il sistema prevede appositi connettori definiti. Vi sono stazioni di ricarica con prese di Tipo 2, Tipo 3A e Tipo 3C;
- Modo 4: tale modalità di ricarica è l’unica che avviene in corrente continua. In questa maniera è possibile ricaricare un veicolo molto velocemente. Il convertitore AC/DC non è all’interno del veicolo ma dentro la colonnina. Anche per tale motivo quest’ultima potrebbe risultare più grande della media, dal punto di vista delle dimensioni fisiche. Grazie a questa modalità di ricarica, possono essere superati molti vincoli imposti dal carica batteria interno.
Colonnina fai da te?
Il prezzo delle stazioni di ricarica per auto elettriche sta gradatamente scendendo, per un ovvio andamento del mercato. Una piccola stazione di ricarica potrebbe essere approntata e costruita in casa disponendo, ovviamente, delle giuste competenze del settore. In Rete è possibile trovare progetti semplici o complessi che usano, alla base, sistemi embedded come Arduino e simili. Si tratta di realizzazioni casalinghe (quindi non omologate e non a norma), che presuppongono, oltre la conoscenza e la padronanza dell’elettronica, la consapevolezza della responsabilità propria su tutti i danni che, eventualmente, potrebbero essere causati dalla propria unità di ricarica. Il primo fattore da rispettare, a ogni modo, è quello della sicurezza. Si deve sempre progettare il dispositivo in modo da spegnere l’alimentazione in caso di problemi. La prima motivazione per realizzare una piccola stazione di ricarica in casa è, ovviamente, quella del prezzo. Disporre di una unità di ricarica a costi accessibili è un fattore che fa gola a tutti. Ovviamente non c’è bisogno di realizzare con le proprie mani tutte le unità da zero. La SPECIAL-IN mette a disposizione dei progettisti, in soluzioni già pronte, diverse unità da assemblare tra loro. Come si può osservare in figura 11, ecco, a grandi linee, quali componentistiche commercializzate dall’azienda potrebbero essere utili a chi decidesse di realizzare da sé un piccolo impianto di ricarica:
- batterie;
- cavi speciali di potenza e ad alta tensione, anche progettati su misura;
- PCB;
- connettori;
- display e unità di visualizzazione e immissione dati;
- dissipatori;
- trasformatori;
- schede Embedded;
- componenti di protezione: varistori, PTC ceramici, PTC polimerici ripristinabili, termistori NTC;
- scatole, custodie e contenitori elettronici;
- sensori.